Nella società moderna la risorsa principale – e l'elemento centrale cui tutte le attività umane sono in larga misura riconducibili – è l'elaborazione, la produzione e lo scambio di informazioni, in forma scritta e verbale, in immagini e comportamenti.
Sotto questo aspetto la comunicazione non è una somma di atti spontanei e casuali, ma un complesso processo di costruzione permanente, fatto di definizione di strategie e di scelta di strumenti. Le persone comunicano sempre e in ogni circostanza: con ogni gesto comunicano ed esprimono qualcosa. Mettendoci in relazione con gli altri, ci accorgiamo che non sempre gli altri si interessano di ciò che sappiamo, ma dal modo in cui ascoltiamo apprendono che cosa ci interessa. Ogni comunicazione ha un aspetto di relazione e un aspetto di contenuto: per relazione si intende l'insieme degli atteggiamenti che definiscono i rapporti tra le persone, mentre il contenuto è il fine esplicito per cui due persone comunicano.
Comunicare non significa scambiarsi messaggi, nemmeno per posta elettronica: comunicare significa «mettere in comune, condividere». Possiamo condividere qualsiasi cosa, anche un orario ferroviario, ma ciò che rende la comunicazione importante è la capacità di condividere valori positivi.
Se i valori di riferimento sono il fattore critico per il successo della comunicazione, il problema diventa di competenza e responsabilità di tutti i membri dell'organizzazione, così come di tutti è la responsabilità di tradurre quei valori in comportamenti coerenti, nella misura in cui i valori diffusi e realmente condivisi costituiscono il nucleo vitale del sistema premiante di qualunque organizzazione. La comunicazione diventa quindi l'apparato cardio-circolatorio e linfatico dell'organizzazione aziendale, come lo è di qualunque organizzazione civile.
Occorre sviluppare in coloro che utilizzano la comunicazione in ambito consultativo una capacità di interdipendenza e di relazione notevoli nonché una maturità e una consapevolezza delle proprie emozioni e idee. Per interdipendenza intendiamo la capacità di consultarsi esprimendo le proprie idee e opinioni senza ansie e senza il timore di perdere il consenso sociale. Inoltre, per poter operare sono indispensabili alcuni comportamenti personali e interpersonali caratterizzati dalla fiducia in sé stessi e dall'autostima, che sono il risultato di una buona conoscenza di sé stessi e quindi delle proprie reazioni di fronte a situazioni complesse.
La conoscenza di sé stessi è il punto di partenza per una comunicazione efficace, con la conseguente individuazione dei modi più idonei per interagire con gli altri: saper comunicare è indispensabile per risolvere i problemi, ridurre le ansie e le tensioni e gestire i conflitti, in una parola dobbiamo diventare assertivi. In italiano, il significato comune dell'aggettivo «assertivo» è quello di «affermativo», il quale a sua volta è sinonimo di «positivo» e «riuscito». Da questo possiamo dedurre due significati fondamentali attribuibili all'assertività.
- la capacità di affermare le proprie opinioni e i propri atteggiamenti
- l'impegno a risolvere positivamente i problemi. Essere assertivo potrebbe quindi voler dire: essere assertivi quando riceviamo una critica ci permette di restare calmi e sicuri di noi stessi, confrontandoci apertamente con gli altri senza dover ricorre a stratagemmi che a volta potrebbero risultare controproducenti per chi lavora con noi, non solo per gli obiettivi aziendali ma soprattutto per noi stessi.
Ecco a voi un bellissimo articolo del collega Iscander Tinto .
https://www.academia.edu/4099069/LA_RISOLUZIONE_DEI_CONFLITTI_IN_AZIENDA_COMUNICAZIONE_E_CONSULTAZIONE