Si sa, stare accanto a chi è profondamente triste, fa male. E chi soffre nel lutto si accorge di non poter per troppo tempo ripetere i propri vissuti alle persone con cui vive o lavora, pena - sia chiaro, dopo i primi struggenti momenti di immedesimazione profonda e di condivisione più acuto - il sentirsi investito di luoghi comuni sulla vita che deve andare avanti, sul " dovere di rifarsi una vita" se ha perso un compagno o una compagna, su "destino" e "rassegnazione" se ha perso un genitore, e persino sull'opportunità di mettere al mondo un altro figlio o adottarne uno se ha avuto la disgrazia di vedere morire un figlio, o adottare un altro animale domestico, se ha perso il suo amato cane o gatto che non c'è più! il dolore è sempre lo stesso... "straziante". Tutte queste perdite comportano un dolore indicibile che non si placano con tali suggerimenti...
Non che consigli di questo genere siano sempre inadeguati; il problema è che, anche quando sono ragionevoli, di solito arrivano troppo presto, non rispettando i tempi di elaborazione del lutto nella persona che maggiormente soffre, ma piuttosto rispondendo al bisogno di alleggerimento e di distanziamento di chi sta ascoltando la persona in lutto.
Il dolore del lutto e la sofferenza di una perdita chiedono solo di essere ascoltati, condivisi e accompagnati senza fretta….chiedono di essere contenuti e curati dentro un incontro personale, dentro un abbraccio fisico e mentale di particolare intensità.
Il lutto è un evento altamente traumatogeno che produce una destrutturazione della persona e richiede, per essere fronteggiato, un vero e proprio processo di riorganizzazione e ricostruzione psicologica.
https://www.studiomedicogoldenlife.com
"La morte non è niente..."
La morte non è niente. Sono solamente passato
dall'altra parte: è come fossi nascosto nella
stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che
eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato,
che ti è familiare; parlami nello stesso modo
affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare
tono di voce, non assumere un'aria solenne o
triste. Continua a ridere di quello che ci faceva
ridere, di quelle piccole cose che tanto ci
piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di
prima: pronuncialo senza la minima traccia
d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che
ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una
continuità che non si spezza. Perché dovrei
essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono
lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro
l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio
cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi
ami: il tuo sorriso è la mia pace.
SANT'AGOSTINO